Archivio per gennaio, 2011

Meno giovani in PiazzaUn incontro critico, non uno scontro generazionale. Un’ assemblea partecipata, un’occasione di ritrovo e di confronto tra più realtà. Studenti, lavoratori precari, cittadini stanchi della politica “privata”,chiusa in diatribe personali del tutto fuori luogo vista l’odierna situazione del paese, sono intervenuti al dibattito promosso dall’ SPI (Sindacato Pensionati Italiani) nell’aula F di Ingegneria all’Università di Salerno. Per una volta sono state messe da parte le molteplici differenze che separano generazioni diverse, per far spazio ad un fronte comune di lotta contro la crisi (non solo economica.)

Da un lato Antonio Salzano, segretario provinciale dello SPI, ha difeso la sua categoria dall’attacco istituzionale e mediatico, sfatando la convinzione che i pensionati ci stiano rubando il futuro; dall’altro Giuseppe Criscito, presidente Link Coordinamento Universitario all’Università di Salerno, ha analizzato le caratteristiche del welfare state, cercando soluzioni concrete ed efficaci. Il dibattito si è dilungato più del previsto, oltre le 3 ore, segno del grande interesse e della grande partecipazione. Sono in molti ad intervenire al dibattito tra cui giovani presidenti delle associazioni universitarie, esponenti dei giovani democratici e membri del sindacato desiderosi di modificare l’attuale situazione socio-politica. L’intervento finale è stato del segretario provinciale della CGIL Franco Tavella; il suo discorso, quello più atteso, ha affrontato in maniera limpida e lucida le tematiche di stretta attualità, sottolineando con energia il valore che può assumere un incontro e una collaborazione efficiente anche tra generazioni così lontane. Non ha dimenticato nemmeno gli studenti, Tavella: “Nessuna idea di emancipazione e progresso è funzionale senza due elementi essenziali, cultura e classe giovanile”.
Leggendo negli occhi dei presenti si percepiva la volontà di non arrendersi alla realtà, di continuare a lottare per i propri diritti, al di là della propria posizione sociale e dei pregiudizi sulle troppe primavere compiute. E’ significativo notare che le spinte propulsive al cambiamento provengano da classi sociali di margine e meno propense all’attivismo e alla partecipazione. Questa volta il buon esempio c’è. Bisognerebbe seguirlo.